
Nella giornata di venerdì, come Tutori Accoglienti di Bologna, siamo invitati a partecipare ad un’udienza conoscitiva dal Comune per parlare delle tutele volontarie e dei loro problemi. Di seguito vi lasciamo il resoconto dell’udienza della nostra Giulia Mitrugno e il relativo video.
Ringrazio la consigliera De Martino per aver fortemente voluto questo incontro e per aver preso a cuore le difficoltà di noi tutori volontari e soprattutto dei minori stranieri non accompagnati presenti in questa città.
Comincio dall’inizio e vorrei ricordare brevemente chi è il tutore volontario. È un cittadino italiano, volontario, che, nominato dal Tribunale dei minori, diventa l’adulto di riferimento per ragazzi e ragazze stranieri e cerca di guidarli in una società di cui spesso non conoscono usi, regole e cultura.
Il tutore si occupa degli aspetti legali e amministrativi relativi alla vita del minore, ma non è solo questo. Si trova anche nella posizione privilegiata di poter avere un rapporto uno a uno con il minore per creare una relazione di fiducia, magari duratura oltre la maggiore età, per capire quali sono i suoi desideri per il futuro e per spingerlo – se possibile – ad iniziare a riappropriarsi della propria vita.
Esercita, cioè, quella che le linee guida del Garante nazionale sulla tutela volontaria definiscono come “genitorialità sociale”. Da quasi due anni il sistema delle tutele in Emilia-Romagna è stato stravolto. Sono stati spazzate via buone pratiche, collaborazioni e protocolli Quasi tre nomine su quattro, attualmente, vengono rifiutate dai tutori perché non presentano i requisiti base per permettere al tutore di operare.
Le anomalie riguardano:
• nomine a cascata che piovono sempre sugli stessi tutori, cui viene chiesto di impegnarsi per più ragazzi, senza prima sondare la loro disponibilità; mentre moltissimi tutori non hanno al momento alcun incarico
• assegnazione di ragazzi che non si trovano in questa provincia e spesso nemmeno in questa regione, in barba al principio di continuità territoriale previsto per legge
• reiterate proposte di nomina per minori che si sono allontanati da mesi dal territorio bolognese
• nomine non notificate ai tutori e quindi mancati giuramenti oppure nomine che non presentano tutti i dati del minore rendendo così impossibile giurare per dei fantasmi
• nomine non notificate in tempo prima del compimento della maggiore età oppure a ridosso dei 18 anni e immaginate in poche settimane come si possa incidere nella vita di un teenager
• errori di trascrizione nei documenti di nomina che lasciano la delega in un limbo in cui il tutore non può agire
• mancanza di dati della struttura di accoglienza e quindi impossibilità di prendere contatto
• mancanza di dati del tutore, a cui quindi non viene notificata la nomina, e che la struttura di accoglienza finisce per dover rincorrere, letteralmente, sui social network.
Fino all’episodio gravissimo di qualche mese fa, che avrete sicuramente letto sui giornali, ossia la nomina di un tutore per un minore già deceduto.
I tutori regionali e noi tutori bolognesi abbiamo ripetutamente cercato un confronto con il Tribunale dei minori e l’ufficio della Garante regionale dell’infanzia e abbiamo sempre dato la nostra massima disponibilità per migliorare la situazione.
Abbiamo partecipato ad alcuni incontri, a tavoli, presenziato a corsi di formazione organizzati per gli aspiranti nuovi tutori (augurando loro maggiore fortuna) e abbiamo anche organizzato un censimento al nostro interno per facilitare il compito di chi doveva aggiornare le liste con i nostri dati e di chi doveva controllare le tutele attive.Qualche miglioramento, in effetti, è stato ottenuto, come ad esempio un indirizzo mail e un numero di telefono del Tribunale dei minori, messi a nostra disposizione. Ma alla mail non si ottiene alcuna risposta, così come alla PEC. Mentre il telefono è risultato presidiato solo per alcune settimane e ormai da mesi è impossibile ricevere risposta. Se sei fortunato, perché magari insisti per più giorni, finisci per parlare con operatori oberati di pratiche, che non conoscono il tuo caso e che prendono appunti che poi evidentemente si perdono perché non si viene mai più ricontattati.
Ora, tutti abbiamo letto i giornali e tutti siamo a conoscenza della carenza di organico del Tribunale dei minori di Bologna. Quello che noi ci chiediamo, però – e che vi chiediamo – è perché a farne le spese debbano essere i minori stranieri accolti in questa città.
Perché all’elenco che vi facevo poc’anzi di nomine e giuramenti mancati corrispondono dei ragazzi a cui vengono sospesi i diritti fondamentali. Senza un tutore non possano richiedere i propri documenti all’ambasciata del Paese di origine, non possono iniziare uno stage, aprire un conto corrente o chiedere la tessera sanitaria o un intervento chirurgico. E questi sono esempi reali. Sono storie vere e non solo numeri.
A tutto questo si aggiunge che molti tutori, in questi mesi, si sono sentiti schiacciati da questo nuovo sistema, che non funziona e che sembra tenti in tutti i modi di stritolare i volontari che hanno deciso di donare il proprio tempo e le proprie competenze alla comunità e allo Stato, per prendersi cura e dare una chance in più a questi ragazzi, che in teoria dovrebbero essere tutelati per legge e che, di fatto, si scontrano con la nostra ottusa burocrazia.
Molti, dicevo, di questi cittadini si sono arresi e hanno deciso di cancellarsi dagli elenchi dei tutori e questa, per noi, è una sconfitta. Lo è per Bologna, per l’Emilia-Romagna e per tutti coloro che credono nella cosa pubblica.
Oggi, però, voglio cogliere l’occasione per ringraziare l’Assessore Rizzo Nervo, che dopo un incontro di quest’estate ha fatto in modo che il servizio minori di ASP, per cui ringrazio anche la dottoressa Faccini, potesse riprendere a darci assistenza in caso di nomina e, infatti, ci aiuta a recuperare i dati mancanti del minore e della comunità e ci fornisce il supporto necessario per avviare – laddove possibile – le tutele e i contatti con i ragazzi. Ma non in tutte le province emiliano romagnole è così.
Concludo dicendo che l’ultima PEC che abbiamo mandato al Tribunale dei minori come rete dei tutori regionali, firmata dalle tre associazioni presenti nel territorio, che rifà l’elenco delle anomalie che vi ho riportato all’inizio, è datata 15 settembre 2023.
Abbiamo ricevuto risposta il 18 settembre. Risposta in cui ci viene assicurata una rapida convocazione presso l’ufficio della Presidenza del Tribunale dei minori.
Siamo ancora in attesa.
Grazie